PALAZZO IN FIAMME
Il disegno toescano del palazzo vede già incorporato nel suo ritmo il futuro incendio del palazzo stesso.La maschera che si solleva dal disegno della facciata si lascia leggere già nei suoi lineamenti.Questo commento tecnico e lacerato consiste nel ricostruire, con simmetria ossessiva, l’accurata rappresentazione della scena del disastro.
Un disegno che traccia la scena su un piano, per ricostruire la spazialità dell’evento. Allo stesso tempo esercita un’enorme pressione, per incrociare un evento misurabile solamente nel volume della storia, in contrasto con la planimetria cosmetica di una facciata che riflette —anamorfica —la figura della città, il potere, l’ordine nel suo centro civico.
OGNI PALAZZO È FATTO PER BRUCIARE.
Questa è la figura sottostante. Una figura che attraversa la storia in diverse direzioni. Ma la scena qui non è quella di un palazzo d’inverno. È la scena di un restauro.
ARDE PER INCORPORARE IL FUOCO NEL SUO SPLENDORE ED ESERCITARE COSÌ IL SUO RUOLO, SONTUOSO, CON RADDOPPIATA VIOLENZA.
Questo è il dramma che la facciata porta, con una smorfia cristallizzata.Il fuoco non ha rotto la simmetria, ma al contrario, l’ha ripristinata insieme alla sua furia. Sarà allora necessario che un nuovo incendio attraversi la storia della facciata civica, ma dovrà essere un fuoco sorto da un altro ordine, asimmetrico rispetto al potere di palazzo, estraneo alle coordinate del disegno toescano, irrecuperabile per l’architettura dell’ordine. Il disegno scrive di strategia, con accuratezza topografica, la figura che specializza il potere e gli eventi ad esso legati.
Gonzalo Muñoz/ Carlos Bogni 1984